martedì 3 giugno 2008

Sana ironia... mista alla pura realtà !


"... Se incontrava Rino tra un piano e l' altro gli diceva sempre: " Se tu avessi dato retta a tuo padre ", anche se non aveva idea di chi fosse il padre di Rino e di che cosa avvesse mai raccomandato al figlio. Ma di una cosa era sicuro: che mai e poi mai un padre vorrebbe che suo figlio si laureasse in lettere. Rino gli rispondeva che suo padre era già contento di non avere un figlio in galera, ma si rendeva conto di far pena. Un laureato in lettere disoccupato è uno che ha preso l' autostrada della vita, ha seguito per sbaglio dei cartelli di lavori in corso e adesso non sa più come rimettersi in corsia. Niente al mondo è più inutile di un laureato in lettere disoccupato. Un asteroide caduto fuori dalla sua galassia ha più motivo d' esistere di un laureato in lettere disoccupato. Un neutrino che vive per un miliardesimo di secondo porta più contribuit all' universo di un laureato in lettere disoccupato. Una mutazione genetica sterile è più soddisfatta del suo ruolo nell' evoluzione della specie di quanto nn lo sia un laureato in lettere disoccupato..... Un laureato in lettere non può essere deprogrammato così facilmente. Ci vuole stomaco per laurearsi in lettere. Solo chi possiede un freddo coraggio e una immensa determinazione può passare ventuno esami di letteratura italiana, annualità complementari comprese. Nessun capitano d' industria ne sarebbe capace, nessun esploratore polare ne avrebbe il fegato, nessuna guardia del corpo, neanche se scelta tra le più insensibili al dolore, si siederebbe mai davanti a una commissione d' esame di filologia romanza. Un domatore di circo preferirebbe infilare la testa nella bocca del più nervoso dei suoi leoni piuttosto cge seguire un corso sui poeti minori del Quattrocento. Un laureato in lettere non si pentirà mai di essersi laureato in lettere, neanche se ridotto così male da non avere cento lire per cecarsi un occhio... "
Alessandro Carrera : " La vita meravigliosa dei laureati in lettere ".

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